ROMA, 25 LUG – Siae e la francese Sacem insieme per lo sviluppo del “progetto Sharon, volto a gestire l’enorme volume di dati generato dalle licenze musicali online attraverso un sistema tecnologicamente avanzato che consentirà a tutti gli autori aventi diritto di ricevere informazioni dettagliate in merito all’utilizzo delle loro opere sulle piattaforme digitali”. Lo annunciano in una nota congiunta le due società per la raccolta collettiva del diritto d’autore, che hanno siglato una partnership. “Nel contesto di un mercato musicale che recentemente ha registrato il sorpasso dello streaming sui download – spiega il presidente Siae Filippo Sugar- resta la questione sostenibilità: come possono gli autori e gli artisti ottenere un compenso adeguato all’epoca di YouTube, di Spotify e delle altre piattaforme globali? Grazie a Sharon potremo elaborare grandi volumi di dati in modo efficiente; gestire l’intera catena del valore e operare in modo veloce e flessibile, fornendo un servizio di prima classe ai nostri autori ed editori”. Il progetto, sottolineano le due società, persegue gli obiettivi della Direttiva Barnier, che punta a definire norme comuni per la concessione di licenze multi-territoriali da parte delle collecting ai provider di servizi online. “Sharon -aggiunge Jean Noël Tronc, CEO di SACEM, la Società degli Autori, Compositori ed Editori di Musica in Francia – è una soluzione aperta che consentirà di identificare e misurare l’utilizzo online delle opere per la raccolta del diritto d’autore in tutto il mondo e da tutti i fornitori di servizi digitali. Sharon permetterà anche di creare un database open source basato su tecnologie avanzate per generare dai dati valore per i nostri associati”. Il progetto, che sarà operativo dall’inizio del 2017, sarà una piattaforma multi-company per essere aperta a potenziali nuovi clienti, utilizzando innovative tecnologie di big data management. Sacem e Siae, continua la nota, attraverso Armonia – il primo hub europeo per le licenze musicali online che hanno fondato con SGAE nel 2012 e che raggruppa 9 società di collecting europee – sono in prima linea per colmare il value gap, ossia lo squilibrio per cui i cosiddetti intermediari tecnici assorbono quasi per intero il valore prodotto dallo sfruttamento online dei contenuti creativi, mentre solo una frazione minima arriva all’industria che li produce.
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