È davvero questo il futuro che vogliamo per la creatività? Matteo Fedeli sul’intelligenza artificiale



OpenAI ha lanciato Sora.com evitando strategicamente il mercato dello Spazio Economico Europeo. Se davvero i processi di raccolta dati e la gestione dei diritti fossero così chiari e conformi ai più rigorosi standard europei, perché non misurarsi fin da subito con il contesto normativo più esigente?
L’intervista rilasciata qualche mese fa al Wall Street Journal da Mira Murati (all’epoca CTO di OpenAI) solleva ulteriori dubbi: alla domanda diretta “Da dove provengono i dati per addestrare Sora?”, la risposta è stata un vago richiamo a “dati pubblicamente disponibili”. Per autori, compositori e titolari di diritti, questo non offre alcuna garanzia. Quali opere sono state utilizzate? In base a quali condizioni? Se “pubblicamente disponibili” diventa un pretesto per sfruttare, senza trasparenza né compenso, il lavoro creativo altrui, la posta in gioco è altissima.
Uno studio della CISAC pubblicato pochi giorni fa stima che i creatori rischino di perdere fino a 22 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Con queste premesse, è indispensabile intervenire per evitare uno spostamento di valore che minaccia il motore della creatività e della cultura, in Italia e in tutta Europa.
Credo nella tecnologia come strumento di crescita e innovazione, ma ogni sviluppo porta con sé una responsabilità: usarlo per arricchire la società, non per depauperarla. Sta a noi scegliere quale direzione far prendere al progresso

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