Equo Compenso: Franceschini, e’ a carico dei produttori

Roma, 9 lug. – L’equo compenso per copia privata “non e’ una tassa ed e’ a carico
dei produttori di apparecchi con memoria interna”. Lo ha sottolineato il ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini, rispondendo ad una interrogazione nell’Aula di Montecitorio. Replicando alla deputata di Sel, Laura Ricciatti, che chiedeva una revisione della normativa riguardante l’equo compenso per copia privata, Franceschini ha aggiunto:
“il compenso, che ho aggiornato il 20 giugno scorso, non deve ricadere in alcun modo sui consumatori: deve rimanere a carico dei produttori. (AGI) Rma/

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Copia privata: Boccia, dl non é scempio, Capezzone mistifica

– ROMA, 8 LUG – “L’ adeguamento della copia privata e
la stessa SIAE, che peraltro provvede ad attività di mera
raccolta senza proprio profitto così come previsto dalla legge,
sono presidio di tutto il mondo della creatività, che in Italia
– é bene ricordarlo – impiega 2 milioni di lavoratori e riguarda
oltre 400 mila imprese”. Così il presidente della Commissione
Bilancio della Camera, Francesco Boccia.
“E’ pura ed inutile propaganda riferirsi a ‘ ristretti gruppi
privati’ o peggio gridare allo ‘ scempio’. Qui l’ unico scempio é
la mistificazione della realtà di Capezzone che evidentemente
non sa di cosa parla. L’ adeguamento delle tariffe di copia
privata resta un atto dovuto, giustamente adottato dal Ministro
Franceschini, ed al contempo un giusto riconoscimento ad un
settore che rappresenta il 6% per PIL del nostro Paese. Ad esso,
piuttosto, si contrappongono pochissimi (questi sì) produttori
non Italiani, e neppure Europei, che – conclude – grazie alla
creatività che non pagano e alla evidente evasione fiscale
quotidiana, producono margini enormi in nulla scalfiti dal
corrispettivo dovuto agli autori”. (ANSA)

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ancora sull’adeguamento dell’equo compenso…

“Attaccare l’adeguamento delle tariffe sull’equo compenso e’ dare un ennesimo schiaffo alla creativita’, alla cultura italiana e alla sua indipendenza. Contrariamente a quanto generalmente e tristemente avvenuto in questo Paese, il ministro Franceschini si é impegnato, con il Governo, a sostenere la cultura del nostro Paese, che é un bene pubblico ed economico da difendere, adeguando con questo provvedimento, che non e’ una tassa sulle intenzioni ma sulla realta’ dei fatti e dei dati, la tutela degli artisti e degli autori
italiani a quella degli altri più importanti paesi europei. Sarebbe bene iniziare a rispettare la cultura e non snobbarla”.

I firmatari: Caterina Caselli, Paolo Conte, Dori Ghezzi, Francesco Guccini, Raphael Gualazzi, Ennio Morricone.

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PMI su adeguamento Copia Privata

Piu’ risorse alla creatività, cultura e sviluppo di nuovi talenti.

PMI associazione dell’ Industria Musicale Indipendente Italiana , apprezza l’operato del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini che ha adeguato l’equo compenso, un atto dovuto ad Autori ed Artisti che avranno risorse dignitose per il lavoro svolto.

“Tale adeguamento –spiega il Presidente Onorario Dori Ghezzi – consentirà al settore culturale di avere maggiori risorse per la creatività, ricerca e sviluppo di nuovi artisti e consentirà una ripresa dell’esportazione della nostra cultura all’estero con conseguente incremento per la nostra economia”.

In questi giorni si sono verificati numerosi attacchi da parte dei colossi multinazionali di telefonia e di hardware al Decreto con evidente atteggiamento di arroganza e disinteresse da uno dei problemi fondamentali della nostra industria culturale: il rischio di affossare la cultura italiana.

Alla PMI aderiscono oltre 130 imprese indipendenti italiane tra le più rappresentative che producono musica,fa parte Confindustria Cultura Italia , è firmataria dei CCNL e rappresenta l’Industria Musicale Indipendente Italiana nel Board di IMPALA, Associazione Europea dei Produttori Indipendenti.

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SIAE : EQUO COMPENSO NON E’ UNA TASSA

“Quanto ad alcune affermazioni che
si leggono in queste ore ricordiamo che l’ equo compenso per copia
privata non e’ una tassa. Gli adeguamenti delle tariffe sono dovuti
per legge, sono stabiliti ogni 3 anni in base ad un’ analisi dei
comportamenti di mercato realizzata dal Comitato consultivo permanente
per il diritto d’ autore (organo indipendente e super partes, a
differenza del sondaggio Bray che circolò nei mesi scorsi e che fu
realizzato dall’ agenzia di sondaggi elettorali dello stesso ex
ministro) e nella legge é specificato che l’ equo compenso é a carico
del produttore e non del consumatore”. Lo afferma, in una nota la Siae
ricordando che “l’ Italia ha i prezzi di smartphone e tablet più alti
d’ Europa, e’ uno dei mercati più redditizi al mondo e in altri Paesi
la copia privata é più alta che da noi (in Francia su uno smartphone
arriva fino a 16 euro, in Germania fino a 36 euro)”.

Malgrado questo, prosegue la Siae, “le multinazionali hanno
deciso di ‘ scaricare’ sul consumatore finale il compenso che devono ai
creativi (che riempiono di contenuti i device che producono): questo
lo si deve ad una scelta dei produttori che vogliono far pagare ai
consumatori quello che spetterebbe pagare ai produttori stessi e non
vogliono rinunciare a un solo centesimo dei loro già straordinari
fatturati (dichiarati all’ estero e quindi spesso non tassati in
Italia)”.

Infine, conclude Siae, “migliaia di autori e creativi in tutta
Italia hanno ringraziato il ministro Franceschini che ha risposto con
coraggio all’ appello che 4.000 autori hanno firmato nel febbraio
scorso per chiedere l’ applicazione di una legge in ritardo di un anno
e mezzo. Donne e uomini noti o meno noti, debuttanti o con grandi
carriere alle spalle, autori, scrittori, registi, sceneggiatori,
cantanti, musicisti, poeti che lavorano in e per l’ Italia, che
possiedono la più grande risorsa del nostro Paese: la creatività, la
cultura (il ‘ petrolio dell’ Italia’, come lo ha definito il Ministro
Franceschini), risorsa italiana fondamentale per la nostra economia,
che viene esportata all’ estero, cui viene spesso, nelle analisi dei
media tecnologici ed economici, mostrato il consueto e antiquato
atteggiamento di disinteresse, disprezzo e snobismo”.

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Copia Privata: Difendiamo i Diritti di chi fa Cultura

Dall’ altra parte gli autori, schierati con
petizioni, dichiarazioni di registi, scrittori e musicisti a sostegno
di quella che viene definita non una tassa ma un compenso per la
creatività’ su supporti tecnologici che hanno contenuti in gran parte
riconducibili alla creatività’ tutelata dal diritto d’ autore, in
particolare musica e cinema.

Autori che, per la prima volta, si sono uniti in una petizione
in favore della copia privata. Sono infatti oltre 4 mila i firmatari
dell’ appello dello scorso febbraio, che vede – tra gli altri – anche
Renzo Arbore, Pupi Avati, Malika Ayane, Claudio Baglioni, Angelo
Barbagallo, Franco Battiato, Gianni Bella, Andrea Bocelli, Red
Canzian, Caterina Caselli, Luca Carboni, Riccardo Cocciante, Paolo
Conte, Paola Cortellesi, Simone Cristicchi, Francesco De Gregori,
Elisa, Roby Facchinetti, Fedez, Sabrina Ferilli, Tiziano Ferro, Elio
Germano, Dori Ghezzi, Irene Grandi, Raphael Gualazzi, Francesco
Guccini, Luciano Ligabue, Daniele Luchetti, Fulvio Lucisano, Neri
Marcoré, Franco Migliacci, Riccardo Milani, Mogol, Enzo Monteleone,
Gianni Morandi, Ennio Morricone, Nek, Gino Paoli, Laura Pausini, Piero
Pelù, Max Pezzali, Nicola Piovani, Andrea Purgatori, Eros Ramazzotti,
Danilo Rea, Antonio Ricci, Marco Risi, Renzo Rubino, Stefano Rulli,
Claudio Santamaria, Cinzia Torrini, Maurizio Totti, Enrico e Carlo
Vanzina, Antonello Venditti, Carlo Verdone, Renato Zero e Nina Zilli.

In seguito poi all’ annuncio del ministro Franceschini, lo scorso
20 giugno, della firma del decreto, é arrivato un coro di sostegno da
tanti autori e creativi italiani, tra i quali Caterina Caselli, Paolo
Conte, Dori Ghezzi, Francesco Guccini, Raphael Gualazzi, Claudia Mori,
Ennio Morricone, Ferzan Ozpetek e Paolo Virzì.

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COPIA PRIVATA: DA SIAE AMAREZZA PER ATTACCHI AL DECRETO

‘ DIFENDIAMO DIRITTI DI CHI FA CULTURA’

Roma, 6 lug. – (Adnkronos) – Da fonti Siae si esprime stupore
perché “sui principali quotidiani e portali di informazione online
leggiamo una sorta di copia e incolla delle dichiarazioni (rivelatesi
false) del 2010. Prendiamo atto, con amarezza, che la stampa si
schiera ancora una volta a favore delle multinazionali. Noi coerenti
con una storia di 132 anni, continuiamo a difendere i diritti delle
donne e degli uomini che producono cultura e continuiamo a essere un
presidio della loro libertà. Auspicavamo certamente compensi in linea
con Francia e Germania, ma confermiamo il sostegno pieno al ministro
Franceschini perché pur attuando un provvedimento dovuto, ha avuto il
coraggio – che suoi predecessori non hanno avuto – di tutelare gli
autori e più in generale chi produce cultura nel nostro Paese, che
sembra ricordasi dei suoi autori solo quando vincono premi Oscar”.

Proprio in queste ore, infatti, la guerra sull’ equo compenso per
copia privata e’ in corso. I dati sulle tariffe dell’ equo compenso,
stabilite dal decreto Franceschini, hanno riacceso gli animi. Da una
parte le multinazionali, schierate contro il ministro, che protestano
contro l’ innalzamento delle tariffe definito eccessivo. Un
innalzamento che, va ricordato, riguarda tariffe che erano ferme da
anni e che tuttora restano ben al di sotto di quelle presenti in altri
Paesi come Francia e Germania, più’ sensibili alla voce degli
esponenti culturali. (

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Equo compenso per copia privata – Polillo (Confindustria Cultura Italia): “Nessuna tassa sull’innovazione ma giusta retribuzione per copyright”

Confindustria Cultura Italia difende il decreto del Governo che ha adeguato, dopo quasi due anni
dalla scadenza, i compensi per le riproduzioni ad uso personale di musica e film su device come
smartphone e tablet. Marco Polillo, presidente della Federazione italiana dell’industria culturale
aderente a Confindustria, che riunisce 17mila imprese che producono contenuti e che sono in prima
linea nell’innovazione digitale, torna a prendere posizione sul tema: “E’ una falsa rappresentazione
quella che vede l’equo compenso come una tassa sull’innovazione e nemica dei giovani
consumatori di tecnologie digitali. L’adeguamento del compenso, peraltro a standard meno elevati
di Paesi leader nella produzione di contenuti come Francia e Germania, è un processo in atto in
molti Stati membri. Prima dell’Italia – spiega – hanno adattato il compenso a smartphone e tablet,
oltre ai già citati Francia e Germania, anche Austria, Olanda, Belgio e Svezia“.
Quest’ultimo caso risulta interessante perché una delle critiche mosse al provvedimento siglato dal
Ministro Franceschini sarebbe quella di non aver tenuto conto dell’evoluzione tecnologica che
favorirebbe un consumo prevalente in streaming: “La Svezia, mercato leader nello streaming
musicale, con il 70% del mercato che genera ricavi da questo segmento (IFPI 2013), – prosegue –
lo scorso anno ha approvato una revisione della norma che include smartphone e tablet nel
compenso per copia privata. Nella stessa Francia i consumatori che utilizzano lo streaming sono il
36% (Ipsos) e nel 2013 anche qui sono state elevate le tariffe su smartphone e tablet, molto al di
sopra della media italiana. Insomma non è vero. Come non è vero il fatto che questo compenso
frenerebbe lo sviluppo digitale in Italia: è smentito dai dati sul mercato dei device di altri Paesi
dove già si può misurarne l’impatto“.
In Francia, per esempio, nel 2012 la penetrazione degli smartphone era sotto il 30% e dopo
l’approvazione al rialzo del compenso, nel 2013 è salita al 53% (Comscore); in Olanda è passata dal
35% al 44% (eMarketer) e in Svezia il forecast per il 2014 prevede di arrivare al 56%. “E’ evidente
– sottolinea Polillo – che l’applicazione del compenso non ha alcun effetto depressivo del mercato e
in ogni caso tutti i device sono ampiamente utilizzati per archiviare contenuti protetti da copyright.
Ad un costo irrisorio rispetto ad uno smartphone di fatto un consumatore ha una possibilità
illimitata di riprodurre contenuti, ad esempio musicali, da una fonte legittima“.
Confindustria Cultura Italia nega anche che il “compenso possa andare a rimpinguare il bilancio
della SIAE. La società ha solo un mandato per legge di incassare tale compenso ma l’intera somma
viene poi ripartita agli aventi diritto, ovvero autori, editori, artisti e imprese del settore,
direttamente o tramite altre collecting“.
“Confermiamo il nostro appoggio – conclude Polillo – alla misura introdotta dal Governo, che
riconosce l’impianto di un sistema di remunerazione che fino ad oggi, come stabilito da ripetute
decisioni della Corte di Giustizia UE, è il migliore possibile“.

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SIAE su Copia Privata: Confindustria digitale vende Paese alle multinazionali

Dg Blandini: Noi a difesa degli autori e della nostra economia

(ANSA) – ROMA, 26 GIU – “Sembra piuttosto chiaro che
Confindustria digitale non reputi la cultura una priorità del
nostro sistema economico”. Così Gaetano Blandini, direttore
generale della Siae, commentando le dichiarazioni di Elio
Catania, Presidente di Confindustria Digitale. “Catania continua
a sostenere che la copia privata sia ingiustificata e
soprattutto che rappresenti interessi unilaterali: o Catania non
sa bene come funziona l’ economia, oppure é in malafede e vuole
vendere l’ Italia alle grandi multinazionali tecnologiche che
pagano le tasse in altri Paesi e che non contribuiscono allo
sviluppo del nostro. Sostenere la creatività italiana, invece,
significa tutelare un settore produttivo dell’ Italia che traina
tutta l’ economia nazionale, e che fornisce contenuti per le
nuove tecnologie, senza i quali le multinazionali, che Catania
difende, non guadagnerebbero un euro!”.
“Il provvedimento – prosegue Blandini – é una misura
riconosciuta in tutti i principali paesi europei: basti pensare
che in Francia, dove il compenso di copia privata per uno
smartphone, ad esempio, va dagli 8 ai 16 euro (contro i 4/5,20
euro dell’ Italia), il mercato é cresciuto del 35%”. “Inoltre –
conclude Blandini- la creatività del nostro Paese e le migliaia
di donne e di uomini che lavorano nell’ industria culturale
italiana, nomi noti e non noti, che si sono espressi a favore
della copia privata, penso meritino più rispetto e
considerazione di quanto il disprezzo di Confindustria digitale
stia dimostrando. Per loro quelle voci, che sono un traino
decisivo della nostra economia, evidentemente non sono
abbastanza rilevanti”

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Copia privata: Paoli (Siae), 4 euro per autori inezia rispetto imprese

Roma, 21 giu 2014 – ”Comprendo l’amarezza e le preoccupazioni del presidente di Confindustria Digitale Catania. D’altronde i
4 euro concessi agli autori rischiano di mettere in grave pericolo i fatturati delle multinazionali che invece del 120% potrebbero crescere
solo del 118%. Chiedero’ al nostro direttore generale di trovare 10/20 mila euro per un progetto di sostegno psicologico destinato ai
manager delle multinazionali”. Lo dichiara il presidente della Siae, Gino Paoli. ”Per quanto riguarda le dichiarazioni di Capezzone, non
mi sorprendono affatto – prosegue Paoli -. Si tratta infatti di una persona che, nel tempo, ha piu’ volte tradito se stesso; ininfluente e
incompiuto come i suoi pensieri”

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